“Ecco dove costruire l’ospedale”

pubblicato dal Corriere Adriatico, giovedì 28 maggio

Nuova struttura, Cascino tira diritto e propone varie soluzioni.

PESARO – Proposte concrete per non parlare di una fantasanità futuribile e invertire la mobilità passiva anche ragionando in termini di area vasta con la vicina Rimini. Questo l’impegno del candidato sindaco Cascino che, dopo il turismo, continua la collaudata serie di conferenze tematiche. Questa volta, in tema di sanità, affiancato dal chirurgo del San Salvatore, Remo Giacchi, candidato Pdl in consiglio comunale.
A introdurre, intanto Cascino. “Ben venga l’abbattimento dei tempi d’attesa col Cup regionale e l’inaugurazione del Dea. Per il diritto di cura dobbiamo in tutti i modi battagliare”. Poi, paragonato il “multipalazzinato” San Salvatore a “una cattedrale gotica di Gaudì”, l’argomento caldo di un nuovo ospedale. “Abbiamo una struttura obsoleta a cui va rimesso mano, a prescindere dall’integrazione in area vasta. Una scelta politica decidere dove ubicar la nuova”. Tra le proposte, diverse possibili soluzioni. La prima, la caserma Paolini, antistante al vecchio edificio e a questo collegata mediante sottopasso. La seconda, un insediamento in zona Muraglia, con la prospettiva di una viabilità migliorata dal recente annuncio di circonvallazione. Oppure, lo sfruttamento dell’area comunale nelle vicinanze dell’uscita autostradale, già identificata all’uso in precedenti progetti. Infine, una chiosa venata di speranza, con l’allusione ad un cambio di potere al palazzo delle Marche: “Mi auguro un salto in Regione che renda più proficuo il dialogo”.
Dal canto suo, neanche a Remo Giacchi difettano le idee pratiche, seppur introdotte da premesse onnivalenti come “la rifondazione del concetto di etica in sanità”, nel dispiegare “l’indirizzo di politica sanitaria di cui Cascino mi ha dato investitura”. Intanto, un “tutor sanitario, come figura che accompagni gli utenti deboli nei percorsi ospedalieri, attingendo a volontariato ed ex dipendenti”. Quindi, “l’affiancamento del medico di base al paziente ricoverato, con un accordo tra azienda ospedaliera e ordine dei medici che garantisca più informazioni al personale e tranquillità al degente. Breve excursus tecnico su “percorsi endoaziendali articolati”, illustrati nell’esempio di “problemi vascolari risolti in una sola mandata, non in 20 volte”. Quindi, “un volontariato autonomo, a cui però non manchi mai la sponda istituzionale”. E infine, ottimo il lavoro sull’oncologica, un’assistenza domiciliare ad anziani e disabili. “Perché il sindaco è primo responsabile della salute dei cittadini e non è che la Regione decide e lui avvalla”.

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