“In via Bonini colata di cemento per nuovi palazzoni”

pubblicato dal Corriere Adriatico, venerdì 24 aprile

“Chiediamo serie garanzie sulla realizzazione di parcheggi e l’individuazione di spazi verdi attrezzati”.

PESARO – “Non siamo contrari alle nuove edificazioni, ma chiediamo che siano coerenti e ben pianificate, inserendosi nel tessuto urbano in modo armonico”. A sostenerlo, ieri mattina a Santa Veneranda, il candidato sindaco Piergiorgio Cascino, che affiancato dai consiglieri comunali Bettini, Di Domenico e Fiumani, è intervenuto sul progetto di urbanizzazione che coinvolgerà la zona compresa tra via Bonini e l’Interquartieri. Nel piano, che si rifà a un Prg del 2000, ancora non è chiarito il destino del vecchio capannone Berloni, ancora spaccio di proprietà aziendale.
“Una conferenza fatta in loco – per Fiumani – così da smentire fisicamente le accuse che si fanno paladini solo del centro. Siamo contro tutte le brutture delle cementificazioni pesaresi”.
Di Domenico, che è anche vicepresidente della Commissione Urbanistica, ha mostrato forte scetticismo in merito a disegni e plastici ora al vaglio dell’amministrazione. “Al di là di alcune villette – ha anticipato – dovrebbero insistere in quell’area grandi palazzoni. Si prospettano 20mila mq edificabili da cui potrebbero darsi addirittura 380 appartamenti. Per quanto riguarda poi il verde, i 16mila mq previsti dal piano altro non sarebbero che zone non edificabili in quanto cassa di espansione del Genica e ciò fa presupporre che tutto l’abitato si addenserà su via Bonini con seri problemi di viabilità e sicurezza”.
Le richieste avanzate dai consiglieri e dal loro candidato, sono quindi: “la diminuzione delle quantità edificabili per non creare mostri di cemento”, l’allargamento e la predispozione di marciapiedi per via Bonini, una seria garanzia di parcheggi e spazi verdi attrezzati.
Ritornando al secondo casello autostradale, Bettini ha infine ricordato la volontà della minoranza, sì di averlo, ma non lì, bensì all’uscita della Montelabbatese su via Solferino, “come la stessa società autostrade voleva, prima che Ceriscioli spingesse per farlo spostare”.