pubblicato dal Corriere Adriatico, domenica 26 aprile
Fissato per il 4 maggio l’incontro in Comune con gli onorevoli.
PESARO – E’ lunedì 4 maggio la data che potrà portare nuove indicazioni sul futuro dello stabilimento produttivo pesarese della Scm Morbidelli e al destino dei suoi lavoratori, gli ultimi 90 in cassa integrazione a zero ore proprio all’indomani dello sciopero del 17 aprile che portò in consiglio comunale la loro protesta, accolta con simpatia e determinazione dalle istituzioni locali.
Si riuniranno nuovamente lunedì gli onorevoli Massimo Vannucci e Oriano Giovanelli (nella scorsa occasione impossibilitato alla presenza, ma vicino ai lavoratori con una missiva in cui anticipava la propria solidarietà alla loro causa), il presidente alla Provincia Palmiro Ucchielli e il sindaco Luca Ceriscioli, oltre alla Regione, rappresentata dall’assessore Almerino Mezzolani, che appunto parlò di “istituzioni in prima linea”. Queste dunque in mattinata incontreranno in municipio la proprietà del gruppo, divisa al 50% tra Gemmani e Aureli, in un incontro a porte chiuse prettamente istituzionale da cui sono escluse le rappresentanze sindacali.
Sul tavolo, il destino stesso della Morbidelli in zona, alla luce delle sempre più inquietanti voci che, rifacendosi ad un piano di ristrutturazione aziendale che nei fatti sembrerebbe già approvato, la fanno traballare verso il riminese. Dai territori di proprietà della Scm vicino al casello di Rimini Nord, che vengono dati di prossima edificazione in vista dell’accentramento della produzione, ai più immediati ridimensionamenti delle competenze tecnologiche del polo pesarese, che da unità produttiva in grado di fornire prototipi e progetti e garantire la gestione clienti, dovrebbe nei piani passare a mero punto di assemblaggio delle macchine.
Allarmante infine il taglio occupazionale, che tra esuberi dovuti alle contingenze della crisi a quelli più strutturali, dovrebbe togliere dal piatto del gruppo Scm Morbidelli 900 posti tra gli stabilimenti di Pesaro, Villa Verucchio (Rimini) e Tiene (Vicenza). L’obiettivo è non far migrare altrove l’azienda e farla restare competitiva.